mercoledì 12 giugno 2013

Pubblicità sessiste? Rapidità e competenza nel decidere. Cultura del rispetto nell'agire

E' sempre diffcile trattare questo argomento, perchè si rischia molte volte di sembrare troppo rigidi, ipocriti ed integralisti...io per prima nelle mie comunicazioni o nei  miei post sui social spesso faccio ricorso ad immagini che ritraggono belle ragazze o comunque figure femminili, ma  sempre con buon senso e rispetto  Mi piace affidare i miei messaggi a donne ritratte nei piu' diversi e disparati ruoli che assegna loro la vita quotidiana:modelle perfette, mamme dolcissime, donne in  carriera, streghe o rivoluzionarie.
ieri:evidente pubblicità con discriminazione di genere
oggi:pubblicità easyjet


Quello che non va mai dimenticato è il rispetto, non solo per noi donne, ma per chi osserva e riceve i  messaggi pubblicitari.
Purtroppo  la cultura del rispetto si sposa ben poco con le logiche del facile ed immediato profitto.
Ecco quindi che rispetto e buon senso non bastano a risolvere il problema anzi, i problemi, perchè in realtà nel dibattito sulla pubblicità sessista e nella ricerca di una soluzione, le questioni da affronatre sono due: la discriminazione di genere da un lato e l'esaltazione esasperato del corpo femminile come continuo richiamo sessuale dall'altro.
 Basta fermarsi un momento a riflettere per comprendere come si tratti di due questioni che vanno ben oltre il mondo della comunicazione e della pubblicità. Questo è il vero problema.
Discriminazione di genere e visione del corpo femminile come richiamo sessuale sono due connotazioni ben chiare e delineate nella cultura contemporanea e appartengono al mondo del lavoro, della politica e molto spesso anche della famiglia.
Vedo la pubblicità come un'arma a doppio taglio, per un verso espressione di questa pericolosa cultura e per un altro, causa della sua stessa diffusione.


pubblicità di un'azienda casertana
Riporto di seguito quanto scritto di recente da Annamaria Testa, pubblicitaria, da anni impegnata sul tema della discriminazione di genere nelle pubblicità. Il suo post è un contributo al dibattito in merito all'inasprimento delle pene per coloro che producono pubblicità sessiste: «Non escluderei la strada delle sanzioni dopo aver verificato che sia percorribile e in tempi rapidi. Dipende da quanto la sanzione è veloce, dall’entità, dalla competenza dell’ente che la infligge. Cosa capisce di pubblicità un tribunale ordinario? Giudicare tecnicamente una pubblicità non è facilissimo». Attenzione:"... la pubblicità sessista non riguarda solo i corpi nudi, E' quella che riduce le donne a pochi stereotipi ricorrenti e impoveriti:le donne pubblicitarie sorridenti con la zuppiera o il detersivo in mano sono tanto uguali tra loro e misere quanto le donne pubblicitarie sexy e seminude..."
Mi allineo a questo pensiero
Rapidità e competenza nel decidere. Cultura del rispetto nell'agire

Nessun commento:

Posta un commento