Premessa:
Progettato e promosso dalla Società Dante Alighieri, metterà in rete le 30'000 persone che hanno aderito alla campagna ‘Adotta una parola’ .
Adottare una parola e impegnarsi a promuoverne l'uso.
Sarà presentato il 7 maggio a Roma il social network Beatrice.
Metterà in rete i paladini della lingua italiana che negli ultimi due
anni, iscrivendosi sul sito della Società Dante Alighieri, hanno adottato una parola e si sono impegnati a promuoverne l’uso.
Una
comunità di 30'000 persone che la Dante si propone di rendere vitale ed
estendere, permettendo agli iscritti di interagire in modo creativo,
condividere idee, invitare i propri amici. Attraverso testi, immagini e
video, gli utenti avranno modo di gestire sia un profilo personale, sia
quello della parola di cui sono custodi.
Il lancio di Beatrice
coinciderà con l’apertura del primo festival culturale Madrelingua, che
prende il nome dal trimestrale di lingua, arte e cultura italiana della
Società Dante Alighieri, realizzato in collaborazione con Limes, Istat,
Feltrinelli e Aracne Editrice.
E così la lingua italiana diventa social, ottima iniziativa di cui naturalmente bisognerà vedere gli effettivi sviluppi. Sicuramente l'obiettivo c'è ed è piu' che meritevole, vista la superficiale attenzione che oggi viene data all'utilizzo della lingua e ai suoi vocabili. Noi stessi, operatori della comunicazione e dell'informazione ricorriamo sempre piu' a linguaggi scarni, poveri di vocaboli, in cui si dà maggiore attenzione all'immediatezza del messaggio, complici forse gli strumenti attraverso cui comunichiamo: social, tweet, sms, mail.
La ricerca del vocabolo adeguato, l'uso corretto dello stesso non devono però fare un passo indietro per lasciare il posto all'immediatezza e alla eccessiva semplificazione.
Ci sono contesti in cui la "parola" è tutto: penso a politici, opinionisti, giornalisti, cronisti, docenti, educatori...
Non dimenticare la "bellezza" della propria lingua è una sfida per tutti noi, ma è anche una responsabilità che abbiamo verso le nuove generazioni.
"..l'abbiamo chiamato Beatrice... Per seguire, custodire,
arricchire la nostra lingua; per contribuire a infonderle, costruirle
addosso, rinnovarle un'identità; per valorizzarla e dimostrare di
apprezzarla."
(dal sito della Società Dante Alighieri)
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