Riporto di seguito il testo dell'articolo pubblicato da Marketing Datasys.
E' il resoconto preciso e forunatamente positivo di come il fatturato ecommerce in Italia sia in continuo rialzo.
Nella mia attività di web marketing in Canton Ticino e Lombardia ho riscontrato, proprio in questo ultimo anno, come sia un'esigenza sempre più sentita dalle aziende, quella di affacciarsi al mondo dell'ecommerce.
Non vedo tra l'altro differenze tra i vari settori di produzione: tutti iniziano ad avere la sensazione che il web sia lo strumento ideale per l'ampliamento e la promozione della propria offerta. Non solo siti ben fatti, attività social, l'azienda si sposta fisicamente nel web con gli shop online.
Stiamo parlando di Italia e aziende italiane, ma naturalmente il discorso possiamo estenderlo anche ad altre nazioni europee. Opero in Svizzera e il trend è identico.
Mi si permetta una riflessione, quando si parla di progettazione di shop online, le aziende devono fare molta attenzione alle competenze e alle professionalità di chi fornirà loro il servizio.
Ecco il testo:
Ecco il testo:
Dati
e tendenze dello shopping online secondo la Casaleggio Associati. Il
fatturato del commercio elettronico 2014 in Italia è stato di circa 24,2
miliardi di euro e crescerà ancora nei prossimi mesi.
Presentata la ricerca “E-commerce in Italia 2015” della Casaleggio Associati.
La nota società di consulenza digitale e web ha redatto un documento
che racchiude statistiche e trend del commercio elettronico italiano.
Ieri, 16 aprile, presso la Camera di Commercio di Milano, Davide
Casaleggio e alcuni rappresentanti delle più importanti realtà ecommerce
italiane e internazionali (Cortilia, LoveTheSign, Martha’s cottage,
Coin e Privalia), hanno confermato la crescita dello shopping online nel
nostro Paese. Il fatturato ecommerce 2014 è stato di circa 24,2 miliardi di euro,
in rialzo dell’8% rispetto all’anno precedente. La parte del leone la
fanno le multinazionali straniere che progressivamente stanno ampliando
il proprio raggio d’azione, conquistando anche il nostro mercato. A
crescere maggiormente sono quindi realtà come Amazon, Ebay e tutti quei
“centri commerciali online” che, in media, hanno visto lievitare i
profitti del 55%. A seguire, con un +30%, troviamo gli e-shop della
moda. Benché sia un risultato di tutto rispetto, gli operatori del
fashion sperano di raggiungere anche in Italia fatturati più alti, come
accade in molti altri Paesi. Lo strapotere dei marketplace e
di alcuni attori stranieri ha invece sfavorito l’acquisto sul web di
prodotti dei settori elettronica di consumo (-4%) ed editoria
tradizionale, quest’ultima ancora in positivo solo grazie agli e-book.
Prosegue anche la diffusione di soluzioni ecommerce fra le diverse
realtà aziendali del nostro Paese ma attenzione ai soliti marketplace che,
nemici giurati degli operatori di alcuni settori merceologici, possono
invece rivelarsi validi alleati per vendere determinati prodotti
all’estero. Appoggiarsi a servizi come Amazon, Ebay ed Etsy (per gli
Usa), Tmall (per la Cina), Mercado Libre (per il Sud America) e Jumia
(per il continente africano) potrebbe rivelarsi la mossa vincente per
conquistare i mercati internazionali. A confermare lo stato di salute del commercio elettronico di prodotti italiani all’estero è lo stesso Davide Casaleggio, partner della Casaleggio Associati. “Nel
2014 il fatturato e-commerce delle aziende italiane generato oltre
confine è stato in media il 31% (in crescita rispetto al 29% del 2013)
delle vendite online complessive delle imprese attrezzate per vendere
all’estero”. E ora il capitolo mobile.
Dallo studio “E-commerce in Italia 2015” la percentuale di fatturato da
commercio elettronico via smartphone e tablet risulta in forte
crescita rispetto agli anni passati. In particolare, nel 2014 il mobile
ha generato il 13% dei ricavi ecommerce, mentre nel 2013 si era fermato
all’8,5% e nel 2012 al 5%. Tale incremento, oltre che alla diffusione di
device in Italia, è dovuto all’aumento investimenti in soluzioni mobile-friendly da parte delle aziende: siti web responsive e app sono cresciuti dell’11%.
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